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20 gennaio 2012

Il processo al giudice Garzon è un colpo ai diritti umani


Il 24 gennaio il giudice Baltasar Garzón affronterà il processo di fronte alla Corte suprema spagnola, per aver abusato dei suoi poteri nella conduzione di un'inchiesta sui crimini di diritto internazionale commessi durante la Guerra civile del 1936-1939 e nei successivi decenni di dittatura del generale Francisco Franco. Se giudicato colpevole, il giudice Garzón potrebbe essere interdetto per 20 anni e tanto la sua carriera quanto l'inchiesta sui crimini della dittatura vedrebbero la parola fine.

Il giudice Garzón è un pioniere della giustizia internazionale e ha avviato importanti inchieste nei confronti di persone sospettate di aver commesso genocidio, crimini di guerra, crimini contro l'umanità e tortura, la più celebre delle quali è quella che riguardò il generale cileno Augusto Pinochet.

"È semplicemente inimmaginabile che, a un giudice che ha efficacemente promosso procedimenti giudiziari contro crimini di diritto internazionale nel mondo, venga impedito dalla giustizia del suo paese di indagare su crimini del genere commessi in Spagna. Le accuse nei suoi confronti devono essere ritirate!" - ha dichiarato Hugo Relva, consulente giuridico di Amnesty International, che si trova a Madrid per assistere al processo.

Il giudice Garzón deve anche rispondere di due altre imputazioni: aver ricevuto tangenti e aver illegalmente intercettato conversazioni tra prigionieri e loro avvocati. Il giudice Garzón ha sempre negato ogni accusa. Amnesty International non entra nel merito di queste indagini.

Alla Corte suprema, il giudice Garzón deve rispondere dell'accusa di aver violato la legge d'amnistia del 1977, che secondo l'interpretazione corrente impedisce indagini su crimini commessi fino al 1976. Amnesty International dà ragione al giudice Garzón, il quale afferma che la Spagna dovrebbe abrogare la legge d'amnistia in quanto è in contrasto con l'obbligo di indagare su crimini di diritto internazionale.

"In base al diritto internazionale, non esiste prescrizione per le sparizioni forzate, la tortura e altri crimini contro l'umanità. La Spagna ha l'obbligo di svolgere indagini e, se vi sono sufficienti indizi di prova, di avviare processi nei confronti degli imputati e risarcire pienamente le vittime" - ha sottolineato Relva.

L'indagine del giudice Garzón, avviata nel 2008, è stata la prima a occuparsi del crimini di diritto internazionale commessi durante la Guerra civile e la dittatura di Franco. Ha riguardato oltre 114.000 casi di sparizione forzata avvenuti tra il luglio 1936 e il dicembre 1951.

In attesa della sentenza del processo Garzón, diverse altre indagini sulle violazioni dei diritti umani del passato sono state sospese.

"Pare che la ricerca della verità, della giustizia e della riparazione per i crimini di diritto internazionale del passato sia tenuta in ostaggio da un processo basato su un'accusa oltraggiosa. Piuttosto, la Spagna farebbe bene a raddoppiare gli sforzi per rivelare la sorte di centinaia di migliaia di vittime di sparizioni forzate, torture, esecuzioni extragiudiziali e alti crimini di diritto internazionale commessi durante la guerra civile e il regime di Franco, e portare i responsabili di fronte alla giustizia" - ha concluso Relva.
Amnesty International

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